Le tracce che ci permettono di ricostruire la storia della vita sulla Terra sono i fossili.
Cosa sono? Come si formano? Che informazioni contengono?
I magnifici reperti esposti e le installazioni multimediali rispondono a queste domande, conducendo i visitatori in vero e proprio viaggio nel tempo.
Grandi ammoniti e trilobiti perfettamente conservati ci portano nel Paleozoico, l’epoca in cui i primi organismi viventi appaiono, prima nei mari e poi sulla terraferma, cambiando completamente il pianeta.
Per prime si diffondono le piante, di cui sono esposte meravigliose resine fossilizzate, seguite dagli invertebrati e dai pesci.
Alla fine del Paleozoico risale la più antica testimonianza della presenza di vertebrati terrestri nel nord Italia: un fossile eccezionale, per antichità e stato di conservazione, è quello di un piccolo grande rettile, l’incredibile Tridentinosaurus.
Si arriva al Mesozoico, “l’era dei rettili”: vediamo impronte di dinosauri rimaste impresse sulle Dolomiti, ma anche i magnifici resti pietrificati di rettili volanti e acquatici come coccodrilli marini e ittiosauri.
Un video mozzafiato permette di rivivere gli ultimi istanti dell’era dei grandi rettili e quello che accadde dopo che un enorme meteorite, circa 66 milioni di anni fa, colpì la Terra: questo impatto fu la fine per la maggior parte delle specie viventi, ma al tempo stesso permise ad altre, tra cui noi mammiferi, di affermarsi.
Altre grandi trasformazioni ambientali e climatiche sono raccontate dai reperti esposti: i fossili della Pesciara di Bolca, un incredibile “acquario fossile”, testimoniano un’epoca in cui la nostra penisola era un arcipelago tropicale. Come anche i mammiferi, tartarughe, coccodrilli e pesci dal giacimento di Monteviale e i magnifici cetacei fossili del bellunese.
Il viaggio continua entrando in una sala immensa, il cui soffitto ricorda il costato degli grandi mammiferi del Pleistocene che la popolano: qui c’è la spaventosa tigre dai denti a sciabola, il mammut, il leone delle caverne, l’orso delle caverne, il rinoceronte lanoso, l’uro e il cervo (tutti fossili originali!) e molti altri.
Ghiri giganti, elefanti e ippopotami nani della Sicilia raccontano poi come in condizioni di isolamento l’evoluzione abbia compiuto i suoi esperimenti più strani, con adattamenti unici, tra cui gigantismi, nanismi e altre peculiarità.
A partire dal Pleistocene l’Africa era già abitata da una grande varietà di forme ominine e di lì a poco le prime specie del genere Homo cominceranno ad uscirne in più ondate, andando a comporre un cespuglio ramificato di antenati e cugini umani all’interno del quale spunterà anche la nostra specie, Homo sapiens. Una grande Galleria dell’evoluzione umana racconta attraverso calchi e modelli l’albero genealogico degli ominini, intrecciando dati paleontologici, geografici e ambientali.