Il Museo della Natura e dell’Uomo è uno scrigno pieno di preziosi tesori, ma lo scrigno stesso è un tesoro.

Entrare nel Museo significa aprire gli occhi a meraviglie nella meraviglia: gli splendidi saloni affrescati del cinquecentesco Palazzo Cavalli accompagnano i visitatori in un viaggio nel tempo e nello spazio, in cui pochi ma significativi oggetti raccontano le biografie, le avventure e le ricerche dei naturalisti e dei collezionisti che hanno contribuito nei secoli a rendere le collezioni padovane rinomate in tutto il mondo.

Il tempo è la prima dimensione in cui ci immergiamo: il tempo del palazzo, quello dei reperti, il tempo del visitatore che percorre le sale, il tempo in cui un fiore sboccia, di un uovo si schiude, il tempo del pianeta su cui tutti ci muoviamo, della sua formazione e della sua storia geologica, il tempo dell’universo intorno a noi…

Il concetto di tempo, in tutte le sue affascinanti sfaccettature e in particolare in geologia, è uno dei fili conduttori della visita, ed è possibile esplorarlo in modo interattivo attraverso un exhibit con la forma del simbolo di infinito, non a caso: l’infinito è lo spazio in cui ci muoviamo, nella nostra ricerca di conoscenza, quindi è lo spazio del museo, e anche quello dell’universo. L’infinito nello spazio si può sperimentare grazie ad altri due exhibit che portano il visitatore dall’uomo all’infinito e dall’uomo all’atomo: il viaggio è iniziato!

Le origini del Museo ci portano nel ’700, un’epoca in cui si passava dall’idea di wunderkammer, la camera di mirabilia, testimoniata da affascinanti reperti come le conchiglie decorarte di nautilus alla base dello scalone, a quella di museo scientifico, organizzato a scopo di studio.

Allo scienziato medico, naturalista e biologo Antonio Vallisneri (1661-1730) si deve la raccolta delle prime collezioni, che furono poi donate dal figlio, omonimo, all’Università di padova: tra questi reperti antichi e sorprendenti troviamo un dente di narvalo e la grande tartaruga liuto, uno dei simboli del Museo.

 

Questa prima immersione nello studio del pianeta attraverso gli occhi dei suoi esploratori dei secoli passati culmina nell’accesso scenografico alla magnifica Sala delle Palme, che mantiene il suo spettacolare allestimento storico, arricchito dalla narrazione multimediale della storia evolutiva dei vegetali.

 

L’evoluzione è un altro dei temi cardine della visita, ed è introdotta in queste sale storiche anche dalla presenza della preziosa prima traduzione in italiano de “L’Origine delle specie” di Darwin, ad opera di Canestrini.