Per il Carnevale del 1819 furono portati a Venezia alcuni animali esotici, tra cui un elefante indiano, esibito in un serraglio in Riva degli Schiavoni. Quando, a festeggiamenti terminati, si cercò di far salire l’animale sull’imbarcazione che avrebbe dovuto riportarlo in terraferma, questi si imbizzarrì travolgendo e uccidendo il guardiano e iniziando una drammatica fuga per le calli di Venezia, inseguito dai soldati austriaci che scaricarono “addosso alla gran bestia parecchie fucilate”. Arrivato alla chiesa di Sant’Antonin, l’elefante, sfondata la porta, vi si rifugiò. Allora, con il permesso del Patriarca, i soldati aprirono un foro sul muro laterale della chiesa e da lì lo colpirono a morte con un piccolo cannone. Il cadavere, acquistato dall’Università di Padova, venne trasportato alla Giudecca dove se ne ricavarono lo scheletro e la pelle, che furono poi trasferiti a Padova per terminarne la preparazione. La pelle, purtroppo, fu eliminata negli anni ’20 del secolo scorso perché rovinata, mentre lo scheletro è stato restaurato e rimontato sul supporto originale di inizio Ottocento.