Già pochi anni dopo la sua edificazione salito agli onori di cronaca per l’efferata uccisione di Vittoria Accoramboni, Palazzo Cavalli fu eretto alla metà del XVI secolo dall’omonima famiglia, che lo abitò per oltre due secoli. La struttura cinquecentesca mostra un’equilibrata distribuzione degli ambienti, che si corrispondono tra il primo e il secondo piano, dove i due “porteghi” a T disobbligano nelle sale laterali, omogenee sui due fronti.
La splendida decorazione a fresco e stucco, tuttora conservata, risale alla metà del Seicento. Stupisce la profusione decorativa dell’atrio con il ciclo dedicato alle Metamorfosi ovidiane, mentre nelle stanze contigue, ciascuna sapientemente variata nei soggetti e nello stile, il frescante padovano Michele Primon ha raffigurato episodi ispirati alla storia antica, oltre all’appassionante serie di cacce nella stanza già adibita a tinello.
Lo stupefacente scalone, opera di maestranze bolognesi, rappresenta un’ascesa spirituale al piano nobile accompagnati dalle Muse. Si accede quindi al grande salone da ricevimenti, su cui affacciavano le camere padronali, sapientemente affrescato dal pittore francese Louis Dorigny: nei grandi riquadri sono presenti soggetti a carattere mitologico, il fregio superiore a monocromo mostra un trionfo di amorini.
Il soffitto originale è andato irrimediabilmente perduto, sostituito con un’allegoria del trionfo della Scienza alla fine dell’Ottocento, quando il palazzo, già di proprietà dello Stato, venne adibito a sede della Regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri. Dal 1932 Palazzo Cavalli ha ospitato le collezioni e l’Istituto di Geologia, trasferitosi nel 2010. Sede del Museo della Natura e dell’Uomo dell’Università.