Nella seconda metà dell’Ottocento, nei pressi delle località venete di Libàno e Bolzano Bellunese, erano attive delle cave di una pietra arenaria dalle proprietà abrasive, con cui si producevano le “mole”, utilizzate dagli arrotini per affilare le lame. Questa roccia risale al Miocene Inferiore e ha un’età compresa tra i 23 e i 16 milioni di anni. Scavandola sono stati rinvenuti numerosi resti fossili di vertebrati, tra cui molti cetacei, in gran parte simili a delfini. Questa fauna marina bellunese del Miocene è uno straordinario esempio di biodiversità, poiché comprende ben sei famiglie, di cui cinque oggi estinte. Due di queste (i Dalpiazinidae e gli Eoplatanistidae), sono presenti esclusivamente in questi depositi: si tratta di cetacei primitivi con il muso allungato, molto simili a quelli che popolano le acque costiere dei delta fluviali, come quello del Gange e dell’Indo.