Il 31 gennaio 1767, durante una mareggiata, da un villaggio nelle vicinanze di Zara, in Dalmazia, fu avvistato un alto getto d’acqua e, sotto di esso, una grande massa scura tra le onde. Immediatamente quattro grosse barche con una ventina di marinai “armati di fucili e di mannaje” si diressero verso l’enorme animale che non riusciva a riprendere il largo. I marinai gli scaricarono addosso una selva di proiettili e “l’acqua apparì tinta di sangue”, ma l’animale continuò a lottare per ben sei ore, rovesciando una barca con un colpo di coda e azzannandone un’altra, prima di essere ucciso da un colpo di scure sul capo. I resti del capodoglio furono recuperati dalla Serenissima e trasportati a Padova per arricchire il Gabinetto di Storia Naturale dell’Università. Di questo esemplare, rimangono oggi il cranio, le mandibole, una quindicina di vertebre e costole e alcune ossa delle pinne pettorali. Le ossa del capo, in origine erroneamente montate con il cranio rovesciato e le mandibole disgiunte a imitazione di una balena, sono state ricollocate nella corretta posizione anatomica.